Ma la fassona, che carne è? La vediamo spesso nei banchi frigo del supermercato, fra i tagli più apprezzati, ma ci siamo mai fermati a chiederci da dove arrivi? Nessun problema: ve lo spieghiamo noi.
Fassona: l’origine del termine
Il termine Fassona ha fatto il suo ingresso nel vocabolario corrente per indicare il bovino di razza Piemontese. È considerata quindi una carne di elevata qualità, e spesso il termine è usato per indicare la carne considerata di qualità superiore rispetto alle altre, perfetta per essere utilizzata in ricette gustose.
E a livello etimologico? Si ritiene probabile che l’uso del termine fasson, con il significato di vitello di Razza Piemontese di pregio, si sia consolidato sui mercati zootecnici del Piemonte, ereditando un’espressione usata dai commercianti francesi che commentavano i vitelli migliori considerandoli “de bonne façon”.
Ma cosa significa davvero Fassona?
Attualmente, però, il termine Fassona non rappresenta una garanzia speciale. Oggi, in pratica, potrebbe essere affibbiato a una carne di una razza che è in realtà ben lontana dalla Piemontese. Il risultato? A meno che questo nome non venga aggiunto a un prodotto che è già certificato di Razza Piemontese da parte di un organismo riconosciuto (con tanto di disciplinare di etichettatura) il termine Fassona non rappresenta per forza una carne proveniente da quella zona.
Fassona: come riconoscerla
La grande particolarità della carne di Fassona riguarda le caratteristiche relative alle mutazioni e agli adattamenti che questa specie ha sviluppato in maniera del tutto naturale, nel corso del tempo. Quella più particolare? Il carattere detto “Doppia Groppa”, che indica un preciso gruppo di bovini da carne molto muscolosi.
Questa caratteristica si sviluppa con il crescere dell’animale – che nasce con un bellissimo mantello fromentino (di giallo dorato) – che diventa bianco candido col passare dei mesi.
La carne di Fassona, quindi, arriva da un bovino adulto maschio che viene castrato entro gli otto mesi di età per favorire l’aumento di peso dell’animale, che può superare abbondantemente la tonnellata. Crescita che è resa possibile dall’alimentazione ricca di alimenti naturali, somministrati preferibilmente a secco (come fieno, mais, crusca, soia, fave e orzo) che può essere arricchita da una parte integrativa minerale e vitaminica.
Lo scopo? Far ingrassare l’animale lentamente e in maniera equilibrata.