Ogni alimento, se consumato con cognizione di causa, moderazione ed equilibrio non fa male: carne compresa. La pericolosità delle carni rosse e lavorate – relativamente al rischio di incentivare l’insorgere del cancro – dipende sia dalle quantità sia dal modo con cui alcune componenti interagiscono con l’organismo. Come alcune molecole, ad esempio, che durante la lavorazione delle carni per la loro conservazione vengono modificate. La carne, quindi, è cancerogena o no? Scopriamolo insieme, in questo articolo.
Perché è importante consumare la carne
Secondo le più moderne ricerche, portate avanti anche dall’AIRC, in individui a basso rischio un consumo modesto di carni rosse non aumenta in modo sostanziale il rischio di ammalarsi di cancro del colon-retto. Chi, invece, presenta un rischio più elevato per familiarità o presenza di altre patologie, è importante che ne discuta con il proprio medico, per valutare quanto è opportuno ridurre l’apporto di carne rossa e carni lavorate, e come continuare a introdurre alcuni preziosi nutrienti – come vitamina B12, ferro e zinco – che solo la carne contiene in una certa misura.
… ma in quantità ragionevoli
Un consumo eccessivo di carni rosse, specie lavorate (come i salumi), può aumentare il rischio di sviluppare alcuni tumori in modo proporzionale alla quantità e frequenza dei consumi. Nessuna patologia, però, è causata soltanto dal consumo di carne rossa, questo va detto, e se introdotta con criterio rappresenta un alimento importante.
Gli epidemiologi, però, concordano sul fatto che le persone che seguono diete ricche di proteine animali, specialmente carni rosse e lavorate, rischiano una maggiore incidenza di patologie come diabete, infarto e problemi cardiovascolari, obesità e cancro.
E per quanto riguarda i tumori? Oltre ai già citati all’apparato gastro-intestinale, i più diffusi sono quelli dipendenti dagli ormoni, come quello al seno, alla prostata e all’endometrio.
Conclusioni
La carne è cancerogena o no? La scienza sembrerebbe aver considerato tutte le variabili, e decretato che sia solo la misura a far pendere il piatto della bilancia da una parte o dall’altra. Un’alimentazione equilibrata, quindi, è responsabilità nostra, e sta a noi scegliere come e quando introdurre certe tipologie di alimenti: per preservare la nostra salute, in primis, e poi per fare del bene anche al pianeta.