Sul consumo di carne il dibattito sembra non aver mai fine: tanti sono gli studi che a colpi di nuove scoperte di volta in volta consigliano o sconsigliano l’inserimento dei prodotti da macelleria nella propria dieta quotidiana. In particolare, i prodotti più spesso nell’occhio del ciclone sono le carni suine e quelle bovine. Oggi cerchiamo di fare un po’ di chiarezza rispondendo alla domanda: le carni rosse fanno male alla salute?
Carni rosse: quali sono
Per prima cosa sarà necessario chiarire che cosa si intenda per carni rosse.
La carne rossa prende il suo nome molto banalmente dal colore, che nella maggior parte dei casi va dal rosa vivace al rosso intenso; questo fattore è dovuto all’alto contenuto di mioglobina ed emoglobina che queste carni presentano. Sono generalmente considerate rosse tutte quelle carni che vengono da animali di grossa taglia adulti, ma esistono carni rosse provenienti anche da capi giovani – un esempio su tutti il vitello -mentre le carni bianche provengono per lo più da pollame e animali da cortile.
Le carni rosse più comuni sono:
- la carne bovina, quindi manzo e vitello;
- la carne suina;
- la carne di cavallo;
- la carne ovina;
- la carne caprina.
Esistono poi tagli dal contenuto di emoglobina e mioglobina più o meno elevato all’interno dei vari tipi di carne, ma vengono comunque considerate rosse. Inoltre, in alcuni casi la carne di maiale non viene considerata rossa, ma rosa.
Le proprietà delle carni rosse
Ovviamente le caratteristiche delle carni rosse non si fermano al colore, ma vanno oltre, differenziandole anche a livello di proprietà e sostanze nutrienti in esse contenute. In particolare, dettaglio che ci fa riallacciare al discorso relativo alla salute, a seconda dei tagli le carni rosse contengono un’elevata quantità di grassi saturi, che in caso di consumo eccessivo possono provocare colesterolo alto, aumento dei livelli di insulina nel sangue e infine infiammazione del tratto intestinale; a detta dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) tutti questi fattori possono provocare tumori, specialmente del colon-retto e dello stomaco.
D’altro canto, le carni rosse hanno un alto contenuto di proteine e apportano al nostro corpo nutrienti fondamentali, e per questo non è consigliato eliminarle completamente dall’alimentazione.
Carni rosse sì, carni rosse no?
Ma quindi, come dobbiamo comportarci? Le carni rosse provocano tumori?
Come detto in apertura, il dibattito è sempre aperto. Ci sono però al momento alcune informazioni di cui tener conto:
- il consumo di carne rossa potrebbe essere connesso a una maggior incidenza di tumori quando parliamo di dosi eccessive: consumare ogni giorno salumi e carni generalmente grasse non fa bene alla salute;
- l’incidenza maggiore di tumori è legata in particolare alle carni lavorate – quindi salumi, insaccati e carni processate – meno alle carni fresche;
- secondo una recente ricerca pubblicata sugli Annals of Internal Medicine azzerare completamente il consumo di carni rosse all’interno della propria dieta non apporta benefici evidenti;
- è importante il metodo di cottura: la carbonizzazione delle proteine in cottura a temperature elevate crea effettivamente sostanze nocive per il nostro corpo, ed è quindi consigliato evitare le classiche righe nere da cottura alla griglia o la carbonizzazione degli alimenti.
Quanta carne rossa consumare alla settimana
Quindi, come accade per tutti degli alimenti, anche per la carne rossa il consiglio è quello del buon senso: non abbandonarsi al consumo eccessivo di carni rosse e salumi, mantenendo una dieta equilibrata. La carne rossa non fa male se consumata due o tre volte la settimana, purché si tratti di carne fresca di qualità, come per esempio le nostre carni provenienti da una filiera sana e controllata. Anche i salumi possono essere un piacere da concedersi, l’importante è farlo con moderazione.